Games Art, Pixel Art e Concept art di scena al Coworking Login di Milano

Francesco Piccinelli
4 min readOct 22, 2014

Come l’arte si sta guadagnando un futuro, attraverso tablet, algoritmi e creatività

Era il 1989, Francis Fukuyama scriveva che la storia era finita. Che la democrazia liberale aveva conquistato il mondo e che il mondo culturale mondiale non avrebbe mai più potuto far altro che mantenere il patrimonio del passato. Qualsiasi cosa sarebbe successa, a partire dal crollo dell’Unione Sovietica, per Fukuyama il futuro era chiaro: manutenzione del patrimonio artistico e filosofico. La fine del progresso, la morte di tutto, l’entropia intellettuale. Sono 25 anni e l’arte, sotto certi aspetti, è morta. La musica classica, ormai è una cosa per pochi eletti e, forse l’arte ha trovato una strada per entrare – finalmente – nel XXI Secolo e partendo dalla tecnologia. In fondo, cosa serve per fare arte nel 2014? In teoria, bastano un tablet (possibilmente un Microsoft Surface), qualche algoritmo e tanta, tanta tecnica e creatività.

Pixel art e concept art, un nuovo rinascimento?

Nell’area meetup del Coworking Login, a due passi da Viale Monza, mentre scrivo quest’articolo alcuni fra i migliori artisti di pixel art e concept art fanno vedere di cosa sono capci. Mondi 3D filmati a 60 pixel al secondo, persone che dipingono su paint usando un Microsoft Surface.

In questo evento, sembra di assistere ad un concerto dedicato alla pittura digitale. Giacomo Giannella racconta i suoi “giganti”, dei mostri tridimensionali che distruggono esperienze videoludiche che sembrano delle allucinazioni psichedeliche. No, non c’entra la chitarra di Jimi Hendrix. I “giganti” sono elaborati da un algoritmo che lavora in tempo reale e permette la creazione di filmati nel giro di minuti.

L’esperienza è pronta per l’oculus rift e per la realità contemporanea. Bisogna passare attraverso una pagina web, sketchlab, si carica un’immagine in alta risoluzione e si comincia a creare. Una via di mezzo tra una scultura cubista e uno screensaver che modifica la nostra percezione. Naturale? Articifiale?

Questo è solo un esempio di concpet art. In questo caso, l’unica cosa che conta è il punto di vista, generativo da parte dell’utente. Chiunque crea, chiunque fa arte. Walter Benjamin spazzato via dal Surface di Microsoft. L’inizio di un nuovo rinascimento, basato sull’algoritmo?

Dalla prospettiva al punto di vista

Come nel XIV-XV Secolo, la questione è quella del punto. Che sia di fuga o di vista è la vera domanda. Se la grande scoperta dell’arte italiana alla fine del Medio Evo è stata l’idea che ci fosse un punto, nello spazio, dove le linee prospettiche si univano, la grande scoperta di Giacomo Giannella è che è il fruitore, il punto da cui si originano le linee. Non si tratta di un punto di fuga, si tratta di un punto di origine. Ognuno ha diritto a vedere un contenuto e un’esperienza secondo quella che è la sua sensibilità. L’arte alla portata di tutti, con una tecnologia che non lo è. Pixel art, games art, concept art. Tentativi di riprendere in mano le fila di un discorso interrotto, di una serie di questioni che, come società, non abbiamo ancora affrontato e che vedono anche nello sviluppo di nuove competenze tecniche e tecnologiche la proprio ragion d’essere, ragion d’essere che viene, in questi anni, legittimanta da un mercato sempre in espansione.

http://vimeo.com/80019557

Il modello di business dei nuovi artisti digitali

Nell’area meetup del Login si alternano gli artisti. C’è chi crea figure da manga giapponsi, chi si immerge nel coloratissimo (e pixelatissimo) mondo dei videogiochi anni ’90. Qualsiasi cosa stiano creando questi professionisti dell’arte digitale, è, comunque, funzionale all’industria della creatività digitale. Recentemente, Neoludica, una galleria d’arte che si dedica alla promozione delle arti digitali, ha portato questo universo alla Biennale di Venezia, per far capire come questo mondo stia attraversando le nostre vite in modo sempre più determinante. Cinema, videogiochi, industrie ricchissime che, comunque, stanno venendo invase da questi personaggi che hanno solo un difetto: non sono ancora troppo conosciuti. Non solo, in qualche caso, le opere d’arte diventano veri e propri quadri. Certo, un olio stampato da un plotter inkjet non ha la tridimensionalità della pennellata. ma, ormai, sta diventando parte del variegato panorama dell’arte contemporanea. Quello che, comunque, rende artistico questo mondo, oltre alla tecnologia, alla visione, è l’aderenza ad un vero e proprio manifesto che, senza gli eccessi dei movimenti di 100 anni fa, comunque racconta una visione della quale neanche la critica mainstream potrà fare più a meno.

Neoludica philosophy

Il manifesto di questa corrente artistica è stato pubblicato nel 2013. Ha i toni di una commedia, ma non lo è. La questione che pone, forse per la prima volta, è quella di dare una prospettiva storica all’evoluzione tecnologica e di dimostrare, una volta per tutte, come il gioco sia fondamentale nell’espressione artistica e nello sviluppo tecnologico. Ai puristi, ai fan dell’arte impegnata sembrerà una riedizione del dadaismo ma non siamo in quell’ambito. La vera questione è quella di dimostrare che la storia non è finita e che c’è un futuro, per l’arte, anche nel mondo digitale. Per quanto stanno facendo vedere gli artisti che si stanno alternando al Coworking Login, sembra che il futuro non solo ci sia, ma sia promettente.

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